marzia
Informazioni personali
- marzia carocci
- operatrice culturale e critico letterario. Vincitrice di numerosi primi premi di poesia. Presidente e membro di giuria letteraria.Collabora per alcune riviste del settore poetico e letterario. Recensionista Per richiesta prefazioni e recensioni scrivere a : apollinaire,mc@libero.it
giovedì 18 novembre 2010
sabato 13 novembre 2010
lunedì 1 novembre 2010
Assorta (a mia madre)
T’osservo mentre guardi alla finestra,
lo sguardo oltre il pensiero, sembri assorta,
ed io che attenta cerco di capire,
cosa nella tua mente può passare.
Quanti saranno i nomi cancellati,
tanti quei volti andati e poi perduti,
lunghe le notti e faticosi i giorni,
a custodire i sogni trascurati.
Vorrei trovare scuse per parlarti
del vento, della pioggia e delle nebbie,
per toglierti dal cuore quell’angoscia,
che sento dal tuo petto traspirare.
Poi piano m’avvicino a quell’infisso,
e lacrimando tutta l’impotenza,
ti prendo per la mano e ti domando
dei tuoi ricordi ormai,persi nel tempo.
Marzia carocci
musa
Ti odio perché leggi nel mio cuore
e porti in superficie i miei segreti,
non sempre sono doni della mente,
ma rovi che feriscono i pensieri.
Vorrei poterti chiudere per sempre,
lontano dai miei giorni d’impotente,
così dimenticata ed esiliata,
starai distante a me che ti rinnego.
Non posso con te fingere il pensiero,
perché nell’anima mi vivi e lì dimori,
conosci ogni mio istante e i sogni in volo,
ti prendi i miei sospiri e i desideri.
Poesia che mi conosci e a te non mento,
che vivi dentro al corpo e mi possiedi,
fa che i tuoi versi giungano nel cuore,
con soffi di carezze e senz’inganno.
Il corpo umano polvere diventa,
ma tu con il tuo canto prevarrai,
sui fogli resterai solida e fiera,
d’anima voce, eterna e di mistero.
Marzia Carocci
il barbone
Ali volevi e libertà di volo
scegliesti di abitare tutto il mondo,
stanco di mura,di lacci e di confini
e dei silenzi con le catene al cuore.
La barba incolta e gli occhi avevi spenti,
una bottiglia,qualche buon cartone,
lento il tuo passo,traballante andavi
e fischiettavi al cielo una canzone.
Fioccava forte quell’inverno freddo,
ti riscaldavi tracannando vino,
tanti cartoni,una coperta addosso
e quel tremore incatenò il tuo volo.
In mattinata presto,
sul grande prato immenso,
la neve bianca e lieve,
coprì la terra fredda,
sulla panchina steso,
un vagabondo inerme,
bottiglie vuote intorno,
e un fradicio cartone.
Marzia carocci
martedì 28 settembre 2010
domenica 19 settembre 2010
CURRICULUM di MARZIA CAROCCI
Marzia Carocci è poetessa-scrittrice,operatrice culturale e membro –presidente di giuria.
Oltre ad essere presente in innumerevoli antologie poetiche anche per supporto didattico;ha pubblicato i seguenti libri:
Introspezioni _ casa ed. Montedit
Nel mio volo _ casa ed. LIbroitaliano world
Parole dell’anima_ casa ed. Carta e penna
Di poesia ho vissuto” casa ed Carta e penna Torino
Vincitrice di molti premi fra i quali:
1° premio Maggio Uniacense Firenze
1° premio Magnolia Cinecittà
1° premio Loretta Chiesi Firenze
1° premio Alfonso Gatto Napoli
1° premio Città di Bellizzi 2008 (Salerno) per i diritti civili-umani.
1° premio Bellizzi 2009 (Salerno) poesia in lingua
1° premio Magnolia 2008 Ostia Antica
1° premio Il grillo parlante Firenze
Premio il Fauno- Firenze
Premio “Non solo 8 Marzo” a Reggello
Premio Sacravita per i diritti civili e umani
numerosi secondi e terzi premi
molte segnalazioni , encomi solenni e menzioni d’onore
Recensionista.
Alcune sue poesie sono state tradotte in altre lingue.
Premio alla Carriera con l’alta adesione della Presidenza della Repubblica a Pomigliano d’Arco(NA)
Premio della giuria Concorso Pagani-Masi Bagno a Ripoli (FI)
Premio della giuria Alfonso Gatto 2007 (Napoli)
2° premio “Voce Nuova” Firenze
La poesia “pace” è stata scelta e inserita nel libro-quaderno del circolo Roselli curato dall’on. Valdo Spini.
È stata collaboratrice del periodico l’Attualità diretto dal Sen. re Sallustio Salvemini.
Collaboratrice della rivista d’arte e cultura “Miscellanea”
Cura presentazioni di libri e mostre d’arte.
Elemento della commissione cultura del centro socio-culturale il “Fuligno” per il comune di Firenze. Membro di giuria anche in alcuni concorsi fuori sede.
Recensionista e critico letterario per la rivista di cultura e poesia il “Salotto degli autori” (carta e penna ) e per la rivista “Poeti nella società”
Socia del Cenacolo Accademico Europei dei poeti
Socia del centro d’arte Modigliani e del circolo degli artisti “Casa di Dante”
Diverse testate giornalistiche hanno scritto di lei.
Partecipa in numerosi recital poetici in vari teatri e salotti letterari
Ha fatto parte di un cortometraggio sulla video-poesia dal titolo “Il silenzio degli Angeli”
Presente ad alcuni programmi d’arte regionali
Come operatrice culturale,cura prefazioni e presentazioni di altri autori.
Per richiedere recensioni e prefazioni scrivere a : apollinaire.mc@libero.it
Tel 3477555638
il poeta di Marzia carocci
Mesto il poeta che sogna
nei vuoti di pagine bianche
quella fuga all’inquieto infinito,
è cobalto il suo cielo intarsiato,
ed il vento il sospiro del tempo;
coi colori dell’anima,
dipinge il domani,
ne fa storia infinita.
Il poeta,
col suo peso nel cuore
fa un affresco sul foglio,
ma chi è cieco non vede
quei colori sul bianco,
quella brina sul fiore,
e la lacrima stanca
che sul tavolo muore!
China il capo il poeta ignorato,
altra pagina,altro foglio sgualcito
ed è nero su bianco,
la coscienza d’un uomo
tra la mano e la biro,
è una voce silente,
che si perde nel niente
è un graffito del vento,
l’urlo muto d’amore
fra le pieghe profonde
prigioniere del cuore!.
Marzia carocci
Marzia Carocci Poesia "IL CAMMINO"
Giorni uguali
e notti infinite,
fra sogni di carta
che bruciano al vento.
Trascini senza tempo,
quel passo tuo più lento,
la casa non ti aspetta,
rallenti la tua corsa.
Poi immagini silenti,
fan largo nella mente,
farfalle bianche e sogni,
del tempo tuo più niente.
Ma gli occhi di chi amasti
riaccendono il ricordo
e muto un tuo sorriso
si apre a quel pensiero.
L’eredità del tempo
ci lascia una valigia
coi sogni ed il vissuto
e spesso di rimpianti.
Li dentro troveremo
il bene ed anche il male
nei giorni consumati
e notti ad aspettare.
Poi ci saranno istanti ,
di vuoto e di promesse ,
malinconie e tormenti ,
quei tarli nella mente.
Ma è vita tutto questo
il tutto in un bagaglio
la debolezza umana
fragilità dell’uomo.
Corriamo senza tempo
e il tutto si trascura
per vivere il domani
nell’oggi consumato.
Marzia carocci
recensione di marzia carocci a Beatrice Bressan "Specchio -Miroir
Beatrice Bressan “Specchio- Miroir”
Loreleo Editions
Il libro è una silloge di poesie scritte in italiano e tradotte in lingua francese.
La poesia di Beatrice Bressan è la voce imponente del suo cuore e delle sue verità.
Il viaggio della sua vita terrena diventa immagine e voce per il lettore che sa vedere nell’introspezione umana.
Ella ci condurrà nei sentieri della sua anima, nelle nicchie più nascoste, donandoci a cuore aperto le proprie emozioni fatte di gioie e dolori, di sofferenze e privazioni, di canti e di pianti.
La poetessa scava nella propria identità, scava fino a trovare i nodi dei suoi dubbi, delle sue paure, delle incertezze umane, quasi una confessione a se stessa e a chi ascolta la sua parola.
Solo scarnificando la propria anima, il proprio spirito,Beatrice Bresson raggiunge la conoscenza e prende in considerazione la traccia che la propria vita le ha segnato.
Un viaggio interiore, un sapersi ascoltare riuscendo con un verbo sapientemente espresso a condividere con gli altri quell’emozione che a volte fa male, ma che proprio per questo ci insegna a vedere oltre.
Dei suoi versi ne fa canto poetico,evocazione,confessione,e come la fenice, ella sa risorgere ancora più forte e più decisa.
La sua parola diventa emozione, quell’emozione che potente come il vento scoprirà una donna consapevole di avere vissuto una vita che non le ha nascosto niente, né il bene né il male.
Sorrisi e lacrime saranno cimeli nella lettura che la sua poesia sa produrre,sorrisi nei ricordi e lacrime che versate lasceranno spazio a ricordi vissuti, nostalgici e andati,ma sempre pronti a farsi cullare e accarezzare al solo rileggerli.
La sabbia rubino
spegneva
pensieri
gelati
Le pietre perlate
lapidavano
occhi aperti
al terrore
Marzia Carocci
martedì 10 agosto 2010
di Marzia carocci recensione al Libro di Fabio Clerici
Le parole e la pietra RECENSIONE DEL LIBRO "LE PAROLE E LA PIETRA"
Le "parole e la pietra", nessun altro titolo sarebbe stato più adatto a tale silloge. Le parole, lievi, delicate, carezzevoli, speranzose, musicali. La pietra, dura come dura è la vita e i suoi ostacoli e drammi, dura come le vicissitudini che si aprono in cammini difficili e irti, dura come i ricordi che fanno male e che s'inchiodano in fondo al petto al solo pensiero. L'autore aprirà così uno spaccato di esistenza che tutto comprende nell'arco vitale dell'uomo.
Si parlerà di ricordi da condividere, si parlerà di un tempo che fu e si riporteranno in superficie reconditi momenti di un uomo che apre la sua anima e il suo forziere di vita.
Una lettura dove non si dimentica il debole, il disagiato, e si parlerà di vecchiaia:
Guardali,/ricurvi,dall'incerto passo/attraversano i luminosi corridoi/trascinano i lunghi anni/nel ricordo di gioventù sfiorite.
Parole sull'essenza e importanza dell'amicizia:
l'amicizia con la sua ricchezza/sembra pur semplice/il fraseggiar ovvio/"siamo felici perchè siamo amici".
E parafrasando la pietra dura da scalfire, da spezzare, da levigare, si parlerà di guerra:
Dentro la divisa, la debolezza di ogni uomo/dentro la divisa le storie di notti insonni/dentro la divisa, umani disagi da lenire.
Fabio Clerici è un poeta attento che attraverso il suo pensiero, ci propone i quesiti di sempre: cosa è la vita? Di cosa è capace l'essere umano? Immergendosi nei suoi versi e ascoltando il nostro cuore, "udremo" le risposte, quelle stesse risposte che stanno dentro ad ognuno di noi. Parole e pietre che musicano fra le sue righe, le parole che si alternano a dolci ricordi e che risuonano a volte dure come macigni a ricordarci ciò che spesso dimentichiamo: l'esistenza dell'altro.
MARZIA CAROCCI per "Il salotto degli Autori" Carta e Penna
sabato 31 luglio 2010
Dall'introduzione dell'autrice: Ci troviamo spesso, durante il cammino della nostra vita, a doverci soffermare, anche se semplicemente per un istante a riflettere; in genere lo facciamo quando qualche cosa ci ha turbato o colpito, nei momenti più dolorosi o critici. Bene, io alla soglia dei quasi “50” mi sono soffermata ed ho tirato le somme.
Nella memoria di mezzo secolo di vita, certe situazioni, immagini, dolori e circostanze, segnano inevitabilmente il nostro viaggio terreno. Ci sono stati vari episodi che, anche se non vissuti direttamente, li ho sfiorati per conoscenza. Devo dire che alcuni di questi avvenimenti mi hanno lasciato un’indelebile cicatrice nell’anima.
Non so bene se, per emotività, per impressionalità , o se unicamente per spirito di osservazione, alcuni di questi fatti, mi sono rimasti dentro e hanno forse migliorato, o peggiorato il mio carattere, sicuramente l’hanno modificato.
Quello che è assodato è che certe situazioni, mi hanno resa più attenta e più riflessiva sul mistero del nostro esistere, dando peso a certe azioni, e meno senso alle altre.
La vita comunque non è mai apprezzata abbastanza, non è soppesato il suo valore, la sua importanza, spesso ci dimentichiamo di “vivere”.
Siamo tutti troppo presi ad aspettare un domani migliore, non riuscendo mai ad assaporare pienamente il presente, i momenti che passano veloci senza sentire la corposità d’un vissuto che va via.
Perdiamo così istanti importanti, secondi che potrebbero appagarci appieno.
Io stessa ho sempre detto “domani”… ed oggi, che mi soffermo un po’ di più, mi rendo conto di ciò che ho perduto, di quello che avrei potuto fare, le parole che avrei potuto dire, magari a chi non c’è più, a chi forse si aspettava qualcosa da me.
Per richiedere il libro inviare una mail all'autrice
mercoledì 21 luglio 2010
Recensione di Marzia Carocci a Angelo Rodà
Casa editrice Montedit 2003
Un volo pindarico quello che l’autore Angelo Rodà,intraprende,portando in alto le proprie meditazioni,in un canto fatto di immagini rese quasi visive.
La sua poesia regge su figure retoriche che delineano le qualità e la tecnica poetica che l’autore,naturalmente possiede.
Quindi ossimori,similitudini , metafore e allegorie,fanno da contenitore a una scrittura particolarmente immaginaria.
Il poeta tramuta il pensiero in un dipinto d’autore,dove ogni cosa prende forma e la musicalità diventa costante.
Un inno lirico,fra meditazione e contemplazione dove l’amore per qualsiasi cosa è preponderante e fondamentale nella propria essenza.
Angelo Rodà scopre così che l’amore è nella terra,nella neve,nelle radici dell’albero e nella donna amata,l’amore in quanto sentimento universale .
Un viaggio nel sogno ad occhi aperti di un uomo, che fa emergere il principe dei sentimenti in ogni cosa viva, natura compresa;un autore attento e interessato a ciò che spesso viene messo in sordina e per molti ha smesso di esistere. L’amore per l’altro.
Da “Al sicuro”
Ancora in braccio a mia madre
protetto dalle parole ghiacciate,
ritorno in braccio alla mia vecchia
lontano dall’ortica
che mangia le caviglie(…).
Belle immagini,che rendono al lettore,chiara la sensazione che il poeta vuole esprimere.
Una silloge che incanta e che ci porta a vedere la metamorfosi dell’uomo con il mondo che lo circonda,un mondo fatto di sensazioni,di dolori e gioie,un mondo che spesso, non è come vorremmo.
Da “deluso”.
Sulla panchina,detta d’amore
il primo palpito baciato
e il primo pianto ho lasciato,
quando giglio fosti
colta da altri gesti(…).
Leggere Angelo Rodà è come leggere nel nostro intimo,dove si generano insicurezze, paure,dove le introspezioni e le interiorità, restano nella nicchia dell’anima e non riescono a prendere il volo,quel volo che è spiccato alto invece, nella scrittura del nostro autore.
Marzia Carocci
Recensione di Marzia Carocci a Franca Moraglio Giacurta "Pelle di lupo"
EDIZIONI UNIVERSUM anno 2007
In “pelle di lupo”,l’autrice,definisce,suddividendo in parti ben delineate,ciò che la sua introspezione vuole esprimere.
Vi saranno quindi “constatazioni”, “sensazioni”, “sfoghi”, e considerazioni proprie che apriranno il tema sul mistero della vita stessa.
L’essere umano è in balia da sempre di quesiti che spesso cerca di risolvere nel cammino terreno a noi dato, lungo o breve ch’esso sia; a volte si trovano risposte,altre, invece, rimangono sotto fitte nebbie dove non è possibile vedere chiarezza.
L’autrice si chiede:
_ Perché s’invecchia e la freschezza passa, se dentro nasco tutti i giorni?
Centinaia di filosofi, psicologi, scrittori, hanno speso parole e dibattiti su questo argomento.
Sentirsi uguali dentro e vedere che il tempo implacabile e in infinito movimento ci cambia l’esteriorità a ricordarci che niente è eterno e tutto muta, nonostante noi e il nostro volere.
“Quando me ne andrò, sarà l’inizio della fine o la fine dell’inizio?, altra domanda che l’autrice si pone, altro quesito atavico dell’uomo.
Franca Moraglio Giugurta, prende in esame ognuno di noi , poiché le sue constatazioni, i suoi dubbi, le sue certezze sono anche le nostre, è la vita stessa che è mistero, arcano, e spesso incertezza, la vita, cammino interiore per dare un senso al nostro passaggio su una terra che spesso non comprendiamo.
L’essere umano, è conscio dei propri limiti, della propria impotenza verso le difficoltà e gli ostacoli,spesso presenti nell’esistenza ; questo lo rende vulnerabile in quanto uomo.
Franca Moraglio Giugurta, è un’artista poliedrica, oltre che poetessa-scrittrice, è anche una brava pittrice che ha tenuto varie mostre ,sia in Italia che all’estero.
Alcune sue liriche sono state tradotte in altre lingue, ha ricevuto riconoscimenti e premi in alcuni concorsi.
Hanno scritto e recensito di lei numerosi critici;alcune sue notizie del campo pittorico si possono trovare in importanti cataloghi d’arte .
Come poetessa ha pubblicato .”Dal diario di un’inquieta”(ed. Helicon)
“Aurore in fra li mondi” (ed.Universum)
“Un tormento d’immagini” (Ed. Universum)
Il suo essere artista la identifica in una donna particolarmente sensibile e attenta al mondo che ci circonda.
“A volte vivo in un oceano senza vele nel quale si specchia un cielo senza stelle”.
Alla scrittrice mi sento di dire che alcune di quelle stelle,,illuminano il suo e il nostro cammino. Marzia carocci
sabato 17 luglio 2010
"Brandelli di vita" di Savina Rolando receensione di Marzia Carocci
Recensione di Marzia Carocci
Savina Rolando,dichiara di essere una contadina e di avere studiato fino alla quinta elementare.
Personalmente,credo di non avere mai letto tanta poesia come in questo caso;una poesia con una buona metrica,con il senso della misura e dell’estetica,una poesia visiva e con un ritmo musicale particolarmente “ palpitante”,liriche nate in fondo al cuore che a tratti ci pare di udirne il suono.
Armonia,colore ed immagini ,tessono una scrittura fluida e allo stesso tempo incisiva nella sua realtà,dove il piacere del vissuto rimane in superficie,dove i ricordi hanno trovato un posto dentro l’anima.
L’autrice inserisce fra le sue liriche,anche racconti brevi che hanno una capacità di sintesi che non passa inosservata;in poche righe,Savina Rolando ci espone fatti e sensazioni in tutta la pienezza d’espressione che le appartiene.
Bello e particolare il racconto “GOCCE”,dove le lacrime di un addio si mischiano alla pioggia ,qui riesce a darci perfettamente un’immagine suggestiva che ci rimane nei sensi.
Piccolo libro dal grande valore ,una donna non certamente istruita,riesce a folgorarci con la parola che non nasce dallo studio,ma bensì dalla profondità di un’anima semplice e attenta .
marzia Carocci
Magie d'amore di F.Maria Grosso recensione Marzia Carocci
Carta e penna Editore Novembre 2009 Euro 15,00
recensione di MARZIA CAROCCI
Nascono dalla penna di Francesco Maria Grosso,immagini innamorate dell’amore,in quanto sentimento predominante , il volume comprende ben 150 liriche.
L’autore s’immerge e ci fa inoltrare nelle mille sfaccettature dell’amore,quello cercato,trovato,perduto, immaginato,nell’amore sognato.
Egli ci parla di quel sentimento irrazionale che ci dà la spinta al viaggio della vita stessa,dove tutto non avrebbe valore con l’assenza di questo indispensabile impulso innato nell’essere umano.
Parole eteree,soffuse,bisbiglii di pensieri,carezze nell’anima che Francesco Maria Grasso ci propone, e ci fa intuire nei puntini di sospensione che usa per dare un seguito al suo pensiero che va oltre la materialità.
NAVIGANDO VOLANDO…
E mi fermo a pensarti…,
cullandomi…
di mille stelle la luna…
navigando volando…
nella notte…
silenziosa degli Angeli…
Gli Angeli che quasi udiamo cantare fra le righe che l’autore propone,cori all’unisono,cantici d’amore che si materializzano nella parola.
La scrittura dell’autore è particolarmente ricca di immagini incantate,dove le stelle,la luna,il mare e gli Angeli,fanno da cornice a un quadro sentimentale.
Persino in tre righe,il poeta ci regala l’essenza in un attimo del quotidiano vivere.
A PICCOLI SORSI
Sorseggiarci un caffè…
è come assaporarci la vita…
addolcirci l’aroma…
Un solo verso, per soffermarci a pensare che spesso, non godiamo dell’attimo cercando cose eclatanti, e un domani diverso, senza godersi un presente a portata di mano, e magari un istante felice.
Marzia Carocci
apollinaire.mc@libero.it
Anima animusque du carlo Alberto Calcagno
Collana:”le parole di Sybilla” Kairos edizioni 2008
RECENSIONE DI MARZIA CAROCCI
Un cielo stellato questo volume di poesie scritto a due mani,quella maschile di Carlo Albero Calcagno e quella femminile di Giulia Del Giudice.
Quasi un dialogo poetico fatto di melodia e nuance,buono il ritmo e la metrica dei due poeti,non c’è presenza di enfasi e retoriche ,parole prive d’immagini consunte.
Ai versi dell’autore C.Alberto Calcagno:
appari/l’azzurro è qui/e sa di terra/mentre dipingi tutti i miei pensieri/
risponde Giulia Del Giudice:
Non fu facile bisso/a circuirmi le idee/ma una madre ridotta all’essenza/tra colline di lana/:
Forte il desiderio dei due artisti di esprimere nero su bianco la propria spiritualità,nell’intimo di ambedue emerge prepotentemente il proprio ego sepolto, facendo quasi una rivoluzione interiore,per portare allo scoperto la vera sostanza dell’uomo,quella impalpabile,quella che è fatta di anima;versi che sanno di vita vissuta scritti con incisività e chiarezza.
Un uomo e una donna che insieme hanno dato soffio vitale all’aridità che spesso ci avvolge.
Marzia Carocci
Recensione e profilo della pittrice Molino Maria
di MARZIA CAROCCI
Maria Molino,nata a Napoli ma vive de opera a Caserta,pittrice particolarmente sensibile,quasi silenziosa e introversa. Ha seguito corsi liberi di disegno e pittura del bravissimo maestro Erasmo Ramucci.
Presente dal 1970 in numerose mostre d’arte sia collettive che personali. Fa parte dei Centri d’arte e cultura di “G Rodino” di Napoli e del “Centauro “di La Spezia.
Le sue opere sono collocate presso enti,istituzioni e collezionisti. Sempre sul podio riceve meritatissimi premi.
La sua pittura sobria,composta e suggestiva ci racconta la semplicità e la sensibilità innata dell’artista,un’artista che a mio modesto parere dipinge per se stessa quasi fosse un contatto tra l’io e il mondo esterno,quasi una confessione del suo animo che trasmette in visione a chi attento l’osserva.
Paesaggi e scorci di vicoli che sembra quasi di toccare e di esserci,volti che traspaiono quasi il carattere dell’artista,riservato e gentile,i suoi nudi hanno il pregio della delicatezza,dell’essenzialità umana, in essi la purezza dell’espressione.
I suoi dipinti prendono vita dai suoi pennelli esperti e decisi,la sua pittura è carica di umanità e poesia.
Il suo linguaggio pittorico è leggibile,semplice ed armonioso,la ricchezza delle tonalità calde,rende le sue opere particolarmente reali come reali sembrano i vicoli che la Molino dipinge. I suoi ritratti hanno la caratteristica di essere “vivi” quasi d’aspettarsi un movimento.
Maria Molino è un’artista incisiva che ci regala emozioni e sensibilità coi suoi tratti esperti ed emozionali.
Marzia Carocci
"Anche nella notte splende i l sole" Di Vassarotto REC di marzia carocci
l’Autore libri Firenze euro 10,60 silloge poetica
RECENSIONE DI MARZIA CAROCCI
Definirei questo libro,un involucro di riflessioni poetiche,dove la poesia può essere anche dolore e consapevolezza del male,dove l’uomo,quale creatura d’istinti è spesso esule dai ragionamenti e tende all’errore,alla violenza,alla crudeltà.
L’uomo che a causa di errori,di comportamenti violenti,scende in baratri e abissi dai quali è difficile risalire se non con la fede e l’amore Divino.
L’autore tende a mettere in risalto con messaggi sull’importanza della fede e della cristianità,per riuscire a ritrovare il senso del buono e del bello.
Vassarotto,riflette e fa riflettere con la sua poesia,sull’essere cristiano in un mondo moderno,dove dietro a fatti sanguinari,a guerre e a violenze,c’è necessità di ristabilire un Credo perduto,troppo spesso dimenticato,un Credo di amore e cristianità.
_felicità,tu sei la pietra del cuore/
che si trasforma in pane,/
la colomba della vita nell’arcobaleno dell’incanto,/
la fede che trasfigura/
il dolore nell’amore,7
la speranza che fa splendere/
il divino della morte,
La rondine dell’anima/
Nell’eterna primavera.
Marzia carocci
Recensione di "ci vuole un fiore" di Francesca Raimondi
Todari Editore Lugano- Finalista al premio “Baveno poesia 2001”
RECENSIONE DI MARZIA CAROCCI
Cantico emozionale quello che la giovane autrice Francesca Raimondi ci propone;note si insinuano fra le righe delicatamente espresse. Musica né è il risultato.
Rimembranze sull’adolescenza sono parti vive e palpitanti delle sue liriche,ora lievi,ora intimorite,in attesa di una crescita che fa paura,una crescita che pone domande e incertezze e che riporta quasi come ossessione ai tempi trascorsi quando l’essere fanciulli non provocava responsabilità e decisioni; l’autrice nella poesia “ricordi” scrive:
ero felice/lo sono stata per un attimo/poi tutto mi ha lasciata/e sono rimasta sola/. Questa nostalgia è carica di malinconie ,di sogni e consapevolezze di ciò che non è più;l’autrice fa i conti con la difficoltà del passaggio dall’adolescenza all’età adulta,agli ostacoli che la vita propone con i suoi dilemmi e le sue problematiche.
Le tonalità che Francesca Raimondi ci offre sono in attesa di luce,di albore di riverbero…
…di quei colori,prima penetranti/non c’è ora che qualche timido filo/il sole sparisce/è notte/.
La poetessa è conscia dell’oggi distratto,di un domani senza certezze e lo elabora nei versi:
..Ma il tempo scorre e il vento ammanta/saremo spazzati via io e te/verso quel mondo ignoto/.
Musicalità,sensibilità e senso del ritmo sono gli ingredienti che fanno di questa silloge poetica,un graffito immortale sul tempo che inesorabile scorre, comunque, malgrado noi.
Un’ autrice giovane e preparata che sa regalare con l’espressività che le appartiene, immagini e riflessioni che sanno di vita.
Marzia Carocci
recensione alla traduzione dei "Fiori del male" Baudelaire) Di Nicola Cieri
traduzione dal francese di : NICOLA CIERI Collana “I Giganti”
ed. Albatros-Il Filo -Roma Euro 4,00
RECENSIONE di MARZIA CAROCCI
Famosissima raccolta poetica di Charles Baudelaire,pubblicata in Francia nel 1857 e subito censurata perché giudicata scandalosa,tanto che Baudelaire rimosse dall’opera alcune liriche accusate.
I “I fiori del male” viene considerata a ragione una delle opere più influenti e innovative dell’’800,raccolta che aprì sicuramente la strada al simbolismo e all’uso analogico della parola.
Poesia dagli sfondi surreali che Baudelaire stesso definì un viaggio immaginario verso l’inferno che poi è la vita stessa con le nefandezze,le infamie,i crimini e i reati che vibrano intorno ad essa.
Il traduttore Nicola Cieri,riesce con parole perfettamente chiare a fare udire nettamente la voce di Baudelaire con tonalità perentorie e incisive.
Non vi è dubbio che fra i componimenti più riusciti dell’opera sono gli Spleen ,i quali marcano il disagio esistenziale e che rimandano alla natura sensibile e complessa del poeta stesso ,così come l’Albatros magistralmente tradotta da Cieri:
Souvent, pour s'amuser, les hommes d'équipage
Prennent des albatros, vastes oiseauz des mers,
Qui suivent, indolents compagnons de voyage,
Le navire glissant sur les gouffres amers.
Spesso,per divertirsi,gli uomini d’equipaggio
Catturano albatri,grandi uccelli di mare,
che seguono,indolenti compagni di viaggio,
la nave che scivola sugli abissi amari…
Con queste parole noi ,come lettori, c’inchiniamo all’essenza di una scrittura che è estremamente moderna,nonostante il tempo trascorso.
Charles Baudelaire attraverso il bravo Cieri Nicola, ci parla esprimendo i suoi “mali” che spesso sono anche i nostri.
Marzia Carocci
apollinaire.mc@libero.it
CURRICULUM
Marzia Carocci è poetessa-scrittrice,operatrice culturale e membro –presidente di giuria.
Oltre ad essere presente in innumerevoli antologie poetiche anche per supporto didattico;ha pubblicato i seguenti libri:
Introspezioni _ casa ed. Montedit
Nel mio volo _ casa ed. LIbroitaliano world
Parole dell’anima_ casa ed. Carta e penna
In uscita il suo quarto libro di poesia e racconti dal titolo”Di poesia ho vissuto” casa ed Carta e penna Torino
Vincitrice di molti premi fra i quali:
1° premio Maggio Uniacense Firenze
1° premio Magnolia Cinecittà
1° premio Loretta Chiesi Firenze
1° premio Alfonso Gatto Napoli
1° premio Città di Bellizzi 2008 (Salerno) per i diritti civili-umani.
1° premio Bellizzi 2009 (Salerno) poesia in lingua
1° premio Magnolia 2008 Ostia Antica
1° premio Il grillo parlante Firenze
Premio il Fauno- Firenze
Premio “Non solo 8 Marzo” a Reggello
Premio Sacravita sui diritti civili e umani
numerosi secondi e terzi premi
molte segnalazioni , encomi solenni e menzioni d’onore
Recensionista.
Alcune sue poesie sono state tradotte in altre lingue.
Premio alla Carriera con l’alta adesione della Presidenza della Repubblica a Pomigliano d’Arco(NA)
Premio della giuria Concorso Pagani-Masi Bagno a Ripoli (FI)
Premio della giuria Alfonso Gatto 2007 (Napoli)
2° premio “Voce Nuova” Firenze
La poesia “pace” è stata scelta e inserita nel libro-quaderno del circolo Roselli curato dall’on. Valdo Spini.
È stata collaboratrice del periodico l’Attualità diretto dal Sen. re Sallustio Salvemini.
Collaboratrice della rivista d’arte e cultura “Miscellanea”
Cura presentazioni di libri e mostre d’arte.
Elemento della commissione cultura del centro socio-culturale il “Fuligno” per il comune di Firenze. Membro di giuria anche in alcuni concorsi fuori sede.
Recensionista e critico letterario per la rivista di cultura e poesia il “Salotto degli autori” (carta e penna ) e per la rivista “Poeti nella società”
Socia del Cenacolo Accademico Europei dei poeti
Socia del centro d’arte Modigliani e del circolo degli artisti “Casa di Dante”
Diverse testate giornalistiche hanno scritto di lei.
Partecipa in numerosi recital poetici in vari teatri e salotti letterari
Ha fatto parte di un cortometraggio sulla video-poesia dal titolo “Il silenzio degli Angeli”
Presente ad alcuni programmi d’arte regionali
Come operatrice culturale,cura prefazioni e presentazioni di altri autori.
Per richiedere recensioni e prefazioni scrivere a : apollinaire.mc@libero.it
giovedì 15 luglio 2010
prefazione al libro "BASTA" di Silvana Stremiz
Basta! Un Urlo che squarcia il silenzio
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Prefazione di Marzia Carocci
In un mondo distratto, privo di valori, dove l’individuo si concentra sull’edonismo, sulla materialità, sulla superficialità e l’indifferenza, ci sono scrittori attenti, che invece puntano il pensiero sull’essenzialità, sulla realtà, sulle piaghe del nostro vivere quotidiano, quel vivere occulto, nascosto, celato e drammaticamente presente.
La poetessa- scrittrice Silvana Stremiz, fa parte di quel genere di autori che sanno osservare e denunciare sottolineando con il cuore e la sensibilità di chi non si nasconde dietro false retoriche, mettendo il lettore a conoscenza di fatti e vicende dolorose dei giorni nostri; pedofilia, violenza sulle donne, dilemmi sulle coscienze come la storia tristemente famosa di Eluana Englaro .
Fatti che scuotono le coscienze, facendoci spesso sentire limitati e impotenti, spettatori d’un vuoto esistenziale.
L’autrice è un’attenta e sofisticata penna che si destra con sapienza fra narrativa e poesia, passando da il linguaggio e il ritmo musicale delle sue liriche al tono perentorio dei suoi racconti dai quali, scaturiscono immagini crude, canti sofferti dell’anima, dove il lettore viene travolto percependo quanto l’essere umano possa essere capace di tanta nefandezza.
Silvana Stremiz, ha la capacità e l’estrosità di sapere materializzare la propria introspezione, il proprio disagio, rendendo “visibile” il pensiero, la rabbia, il diniego verso qualsiasi violenza.
Leggendo questo libro, per altro scritto con fluidità e capacità lessicale, si ha quasi la sensazione di udire la voce dell’autrice stessa che, con tono diretto, ci rende testimoni di eventi che aprono uno squarcio su una parte di società, quella società fatta di sopraffazioni, di silenzi, di umiliazioni e omertà.
Un libro che è denuncia, ribellione, voglia di gridare “BASTA!”, e Silvana lo dice a chiare lettere, tanto da darne il titolo al libro stesso.
Fra queste pagine però, fiorisce un fiore; sono le poesie, dipinti di parole, ritmi e metriche, suoni di verità, di pianto e dolore, poesie di canto ai figli, e sono queste poesie che sanno di buono, d’amore, di mamma.
Versi che ci fanno comprendere di quanti risvolti ha la vita stessa, la vita con i suoi colori, le sue ombre, gli incubi profondi e i grandi sogni rosa che ci aprono alle speranze, alla luce in un domani che vorremmo certamente migliore!
Marzia Carocci
sabato 3 luglio 2010
primo premio a Napoli "Alfonso gatto" poesia in lingua
A consegnare l’ambito trofeo è stata la napoletana Tina Piccolo, la poetessa più premiata d’Italia
Premio Alfonso Gatto 2008, poetesse a confronto
ANNA MARIA ROMANO
NAPOLI - «Ebbra di vissuto…sarò
gabbiano felice a dominare il vento».
Spicca il volo verso la pacificazione esi-
stenziale la fiorentina Marzia Carocci,
48 anni, primo premio al concorso
nazionale di poesia “Alfonso Gatto”
che si è svolto al Maschio Angioino il
19 aprile scorso. Con il brano “Musica
e vita”, «tra reminiscenze e inquietudi-
ni», l’artista riflette sul fatto che tutto
«il resto è niente» al confronto della
«memoria delle cose»… E dunque
«non servono parole». Piuttosto, scrive
l’autrice, «m’inebrio di musica e canto
nell’assolo del mare, pentagramma
d’essenza, preludi d’attese a mordere il
giorno dopo tanta tempesta..».
Marzia ha trascorso quasi trenta anni
della sua vita a mettere in versi le pro-
prie emozioni. E’ una donna solare, con
i segni ancora evidenti di un’ adolescen-
za trattenuta, nonostante il trascorrere
del tempo. La incontriamo al Maschio
Angioino dove ha appena ritirato l’en-
nesimo trofeo. «Non sono una donna
timida né introversa -confessa la poe-
tessa-scrittrice- al contrario ho molti
amici e mi piace stare insieme alla
gente». Quasi a smentire l’immagine
dell’artista triste e sofferente, relegato
in una perenne solitudine di leopardia-
na memoria. Anzi.
La Carocci, pur indulgendo in una scrit-
tura «introspettiva» attraverso la quale
«tirare fuori la vera essenza di noi stes-
si», sa guardare oltre il proprio micro-
cosmo. E con partecipata emozione si
mette in sintonia con chi soffre. « E'
Natale -scrive- su strade senza fine, su
pianti disperati, su vecchi stanchi e
assenti, su bimbi abbandonati». «Ed è
Natale dove un uomo lotta e prega,
negli ospedali stufi di pianti e speranze,
in celle immonde, nei drammi della
gente». Una umanità dolente su cui non
chiude gli occhi. Mentre “costringe”
all’ascolto chi è distratto dai propri con-
fort.
CULTURA & SPETTACOLI
Eppure nonostante la struggente malin-
conia («.. caparbia decido d’andare
più in là ed ancora cammino per un
tempo infinito mentre in me vivo i gior-
ni passati, il mio ieri sepolto; mi ricor-
do bambina, sento odore di fuoco e di
legna bruciata quando il freddo nelle
notti era intenso e ogni nuovo giorno,
fiaba si faceva»); o l’urlo di dolore per
una perdita devastante («Vorrei il rim-
bombo dei tuoni, l’ululare del vento,
un’esplosione di suoni che squarci il
silenzio per gridare il DOLORE, il mio
urlo d’AMORE, il mio pianto sofferto
che tu, lontano dal tempo, non udrai
padre!...) Marzia riesce, attraverso l’a-
zione catartica dei versi, a farsi «gab-
biano felice» per «dominare il vento».
E dare così una parola di speranza a chi
sof
sabato 26 giugno 2010
primo premio a Bellizzi sui Diritti umani e civili
ozoz
Inviato: 19/3/2009 12:15 Aggiornato: 19/3/2009 12:15
Webmaster
Iscritto: 11/1/2003
Da:
Inviati: 3116
Elenco premiati
Tutti i premiati divisi per sezione
Comune di Bellizzi
Provincia di Salerno
PREMIO INTERNAZIONALE “CITTA’ DI BELLIZZI”
(Poesia – Narrativa – Saggistica – Pittura)
Seconda Edizione 2009
Sezione “A” Poesia in lingua
1 Marzia Carocci “Li chiameranno eroi”
Motivazione:
“Saranno chiamati eroi ed hanno perduto la vita per questioni magari immotivate o soltanto per chi senza scrupoli li ha mandati a morire uccisi da altri giovani eroi, a loro volta attori o vittime inconsapevoli di una guerra assurda”
2 Anna Aita “Soltanto una carezza”
Motivazione:
“La voglia di tenerezza non ha età ed è ancora più forte quando ci si accorge di non aver più molto tempo da vivere, è allora che si chiede più affetto e più premure a chi ci sta vicino”
3 Antonio Limongi “Il più forte”
Motivazione:
“Versi forti e incisivi esprimono, con ritmo incalzante, il male e il bene del mondo racchiusi nel pensiero umano. Le due entità contrapposte che hanno avuto origine con la nascita dell’uomo ed hanno scritto e, purtroppo scriveranno sempre la stessa storia”
presentazione del libro di Mara faggioli
Danza, Letteratura, Pittura, Poesia, Scultura....
Venerdì 21 AGOSTO 2009 alle ore 18 presso l' Hotel Liberty - Lungomare Manin 18 - Viareggio presentazione del libro "Piuma Leggera" di Mara Faggioli (fiorino d'oro per la poesia edita) a cura di Vincenzo Buongiovanni, Presidente del V.B. Art Center di Firenze in collaborazione con il Centro Culturale GF Spazio Aperto di Firenze.
Interverranno: Marzia Carocci - poetessa e critico letterario, Ciro Costagliola,Assessore alla Cultura del Comune di Viareggio, Silvano Pasquali, Consigliere del Comune di Viareggio e Sara Biagiotti, Consigliera della Provincia di Firenze.
Letture a cura dell'autrice.
La manifestazione ha ricevuto il patrocinio del Comune di Firenze e della Provincia di Firenze.
giovedì 24 giugno 2010
prefazione
Dalla prefazione di Marzia Carocci: "Leggere Annamaria Vezio è un viaggio nell'anima dove spesso vi sono sentieri e labirinti oscuri dell'identità umana a volte recisa, stuprata. E' un canto sofferto d'amore dove il pianto del cuore è sovrano, è un urlo muto, ingoiato, ignorato.
La protagonista vive in simbiosi con l'altra sé, una bambola indifesa, inerme e tacita, una bambola alla quale hanno preso l'anima e che attende. Ed è proprio un viaggio interiore di una crescita esistenziale, la ricerca dell'essenza vitale per sopravvivere che Annadelmare intraprende fino ad accorgersi che l' Amore può nascere anche dalla sofferenza, l'Amore nel significato più globale del termine, l'Amore Universale, la linfa dove attingere per sentirsi viva. È così che da un baratro buio e profondo si creano attorno a lei colori e musica, poesia e gioia. Annadelmare fa tesoro di ciò che ha subito, del dolore che l'ha schiacciata, ne fa energia pura. Ha finalmente compreso che l'amore per la gioia di amare qualunque cosa o persona è il fine del proprio "viaggio", del nostro viaggio, con questa certezza Annadelmare riunisce alla propria anima l'altra sé riprendendo un cammino interrotto, un cammino verso la luce...
prefazioni recensioni
Pensieri di un'anima attenta
di Andrea Berti - Prezzo 15,00 euro
La mia vita fra le righe è il preludio alle parole in poesia che l'autore Andrea Berti ci regala.
Qui si aprono percorsi di malinconia infinita, sogni, speranze in evoluzione, ricordi prigionieri di amori mai vissuti, di giorni perduti, di corse fermate.
Un recipiente di emozioni che scaturiscono da un'anima sensibile qual è quella del poeta stesso; desideri di certezze e di consapevolezze, sogni di voli radenti alla terra, dove è sempre più difficile trovare la serenità.
Calice amaro di un'esistenza che volge al desio
l'oblio di un uomo che ama la vita
dove lo accompagna il ricordo del vissuto
che si affievolisce col flusso del tempo
quando i ricordi sono assopiti
e svaniscono in mille pensieri.
In queste parole, riflette chiaro il titolo del libro La mia vita fra le righe, poiché di vita si parla, di quella vita che nonostante tutto si ama.
Andrea Berti, poeta del nostro tempo, ci porta ancora una volta in un viaggio dei sentimenti umani, dove il tutto può improvvisamente sembrare niente, dove il nulla può regalarci invece l'immensità inattesa.
Scrittore e poeta d'indiscussa sensibilità, il Berti ci racconta di emozioni comuni, dove vicoli, mari, cieli, amori e dolori, sono gli stessi sentieri che ognuno di noi ha, almeno una volta, intrapreso nella vita.
recensioni e prefazioni
(Pensieri di un’anima attenta) di Andrea BERTI - Prezzo: 12,00 euro
Dalla prefazione di Marzia Carocci:
Ognuno di noi, si trova a fare i conti con la propria introspezione, riflettendo sul tempo vissuto, sul senso della vita, sul bene e il male. Spesso troviamo risposte, altre volte, i dubbi, gli enigmi dell’esistenza, restano insoluti e chiusi nelle nicchie profonde dell’anima. Andrea Berti, in questo libro, ci regala le sue riflessioni che poi, sono le stesse dell’umanità intera. Il suo leggersi “dentro”, le sue incertezze, le considerazioni attente all’esistenza in quanto debolezza dell’uomo, cattura il lettore che inevitabilmente si immerge, sentendo propri, i pensieri che l’autore esprime. Il Berti, sottolinea il vuoto che persiste in un mondo egoista ed edonista, dove l’uomo, spesso, non ha la volontà e la sensibilità di rapportarsi e condividere con gli altri, incanalandosi così nella profondità di un mondo cieco e indifferente ai valori umani, quali la pace, la solidarietà, la tolleranza. Voglio gettare una scialuppa a questa umanità,
rigida, fredda, dove non sboccia mai la primavera.
Parole che Andrea Berti menziona, con il desiderio di poter lui stesso contribuire ad un cambiamento, dove le ombre e il buio, soffocano la luce e la speranza, dove, come scrive l’autore, “ non sboccia mai la primavera”. Un libro di valutazioni che è ricerca e desiderio di buono, di luoghi puliti, di sentimenti leali, di mani tese e sogni. Un libro che fa pensare e c’interroga, aprendo quesiti, mettendoci di fronte ad uno specchio, dove è meglio non riflettersi. Fugge il mio sguardo, testimone di uno spazio di pace, in questa esistenza di perenne subbuglio. Su questa riflessione mi perdo, e abbraccio il pensiero dell’autore che si fa promotore di coscienza in una società che ha dimenticato di esistere.
prefazioni e recensioni
ISBN: 978-88-96274-25-5 Prezzo: 8,00 euro
Pasquale Balestriere è nato a Barano d'Ischia, dove vive, nel 1945. Docente di lettere, predilige la scrittura in versi, con incursioni nella narrativa e nella saggistica. Ha pubblicato quattro raccolte di liriche: E il dolore con noi (Menna, Avellino 1979), Effemerdi pitecusane (Rivista letteraria - Rassegna d'Ischia Editore, 1994), Prove d'amore e di poesia (Gabrieli Editore, Roma, 2007) e Del padre, del vino (Edizioni ETS, Pisa, 2009). Vincitore di numerosi premi letterari, sue poesie sono pubblicate in antologie e in giornali e riviste, con i quali collabora in modo discontinuo.
Dalla prefazione di Ciro Cenatiempo:
Il futuro è sparito, il tempo si è eclissato, inghiottito da un presente immobile, globalizzato. Quello del «nontempo» senza speranza, privo dell'attesa d'una rivoluzione, d'una evoluzione, d'una crescita per l'umanità, è lo scenario planetario che ci è davanti. Almeno, lo è per alcuni tra i più avveduti studiosi dell'età contemporanea. Ma, se è sparito l'orizzonte storico, che per generazioni ha rappresentato il centro di gravità progressiva delle coscienze, cosa bisogna «fare»? «Occorre ritornare a un pensiero del tempo, e affidarsi al sapere, alla conoscenza, all'educazione», questa la risposta univoca. Essa ha valore non solo per gli scienziati ma, evidentemente, si sostanzia nel «fare creativo», nel poiéin degli artisti, dei poeti. Sono essi i depositari – per status – della capacità di avvertire intuitivamente e riflettere sulle categorie del tempo (e dello spazio) che, in termini kantiani, hanno un reciproco legame e costituiscono «le forme a priori della sensibilità»...
Dalla postfazione di Marzia Carocci:
Pasquale Balestriere ci porta, con la sua silloge poetica, al vissuto dell'uomo, all'essenzialità della vita. Perle di parole, canti dell'anima ci cullano con la maestria di una poetica priva di banalità e di retorica. Ogni verso, ogni strofa è un dipinto d'autore, dove le immagini si "muovono" di fronte al lettore attento. Emozioni introspettive s'imprimono sul foglio bianco che lentamente si colora di blu, di rosa, di nero, un foglio che ci parla di emotività, di reminiscenze, di sensazioni, di sogni e di dolori, alcuni mai sopiti. Un libro di forte impatto emozionale, che racchiude attimi e situazioni nelle quali c'è un po' di tutti noi...
recensioni e prefazioni
"Fabio Bet, in questo libro dove lui s’identifica in “reverendo Stone” rende l’incipit del suo volume nel titolo stesso: “il mondo non ascolterà”.
Certo è convinto che le parole, le convinzioni spesso in ombra e le provocazioni verbali restino inascoltate, perché conscio della distrazione di un mondo assente e spesso menefreghista dell’altro e dell’altrui.
Scrittura intrinseca d’ironica intelligenza, fra il dire e il sottolineare, dove immagini e rimembranze dell’autore si focalizzano e prendono forma. In ogni rigo c’è la vita e il vivere di ognuno di noi, con le proprie colpe, le ambiguità, i propri segreti, dove le domande e le inquietudini restano ancorate nelle nicchie delle anime in attesa di risposte e riscontri.
E’ uno specchio dell’umanità il verbo del “reverendo Stone” che ci mette di fronte alla realtà a volte scomoda. Vi è l’amore verso il più debole, il diverso, il ricordo, la rabbia e l’insofferenza contro il potere, il dominatore, l’odio e la falsità.
Fra le sue liriche, lascia spazio anche a teneri ricordi di amori, d’infanzia, d’amicizia, e lo fa con delicatezza, dipingendo la naturalità e la semplicità, rendendo anche nostre le sue emozioni che mentalmente accarezziamo.
Un prezioso volume, dove la retorica non trova spazio, dove la verità diventa denuncia e il sentimento il filo conduttore.
Fabio Bet asserisce che il suo elaborato non è poesia… Sono contrariata! Niente è più poesia di ciò che ha scritto. Nessuna banalità o costruzioni cervellotiche di schemi elaborati e consunti, poesia senza immagini sorpassate, poesia invece dove l’introspezione dell’autore diventa materia e dove il canto solista si trasforma in coro dei tanti che avrebbero voluto dire ciò che il “reverendo Stone” si è convinto, cioè che “il mondo non ascolterà”. [Marzia Carocci]"
recensioni e prefazioni
ISBN 978-88-96274-75-3 Prezzo: 12,00 euro
Dalla prefazione di Marzia Carocci: Graziano Sia, pubblica un libro che ci riporta al doloroso “movimento” dell’emigrazione. Famiglie divise, nuclei sradicati da terre martoriate, padri divisi da madri , da figli, dalla propria origine.
Viaggi estenuanti con valige di cartone, in paesi stranieri, freddi, senza radici e sicurezze in un brusio di voci che non è la tua lingua, la tua gente, la tua vita.
L’emigrazione; a volte la sola possibilità di sopravvivenza, viaggi della speranza, in luoghi dove il sogno della propria terra scalda come quel sole lasciato, quel sole che intiepidisce le zolle e profuma l’aria di buono, di amore, di famiglia.
I racconti che arricchiscono il libro di verità sentita, sono immagini che si aprono ai nostri occhi rendendo l’immaginato quasi reale.
La modalità descrittiva dell’autore ci fa “vedere” i personaggi e ce li fa conoscere con i propri disagi, le paure, le lacrime e la nostalgia che è sovrana fra le righe.
Il canto della speranza è musica in sottofondo, la speranza del ritorno alla terra dove spesso, per molti è rimasta solo un’utopia.
La scrittura di Graziano Sia è una simbiosi fra descrizione e poesia , alcuni passaggi, sono vere e proprie liriche, che arricchiscono ulteriormente l’idea che l’autore vuole dare.
Aneddoti di vita vera, comune ai tanti emigranti, racconti che sono piccoli capolavori con una capacità di sintesi non indifferente, dove l’autore riesce a rappresentare le sensazioni, i caratteri, persino la fisicità dei personaggi che hanno camminato nella sua vita, regalandoci uno spaccato ben delineato e narrato in modo estremamente visivo.
Da segnalare il toccante racconto “I nonni paterni”, una storia che è continuità d’amore, dedizione, ricordo;una storia dove anche il lettore si sentirà piccolo di fronte alla grandezza, al valore e al senso che il racconto ci propone.
“Spesso li trovavo seduti davanti al camino, mano nella mano…si amavano perdutamente, nonostante gli anni (…).
Un amore forte, che né la guerra, né l’emigrazione, né fatiche ed ostacoli hanno scalfito;un amore che è maestro di vita, impreziosito dagli anni, fortificato dal tempo e dagli eventi, dove il sentimento é la condivisione di tutto;nel bene e nel male. Graziano Sia , ha saputo tessere con abilità, sensibilità e intelligenza, quelli che sono i valori della bella e brava gente, quella stessa gente che ha il cuore in mezzo al petto, un cuore che è amore per la famiglia, per la propria terra e quindi le proprie amate origini. Racconti che sono la traccia di un tempo, un tempo che ancora è presente e che non dovremmo mai dimenticare.
Basta guardarsi attorno, non ci saranno più, forse le valige di cartone, ma tanti volti stranieri, uomini e donne lontano dalle loro origini e dalla loro terra; gente che sogna e che spera ancora di ritornare da dove sono venuti.
venerdì 18 giugno 2010
recensione a "INTROSPEZIONI" di Massimo Barile
Prefazione
Le poesie di Marzia Carocci possono essere definite, senza ombra di dubbio, introspezioni di una donna che procede nella vita con passi incerti ma sempre protesa verso il domani con la consapevolezza di dover fare i conti, giorno dopo giorno, con le sofferte lacrime che rigano il volto stanco. Poesia dopo poesia si rivela capace di scandagliare la sua vita e anche quando ripensa ai giorni passati credo non lo faccia con nostalgia ma anzi prenda forza dai ricordi delle persone amate e dell'infanzia con le risate incoscienti e le corse a perdifiato nei prati: in tono decisamente e giustamente minore, perfino dagli incanti della natura fossero solo il profumo della legna bruciata, il cielo color cobalto o la luna splendente.
Camminando lentamente in questo mondo, silente e malinconico, il tempo scorre veloce ed inesorabile, brucia la vita e rimangono i ricordi che emergono dalle nebbie della memoria, barlumi di sogni che combattono per non svanire definitivamente ed allora si rimane pensosi, insicuri, confusi, dispersi nel presente a fluttuare lentamente in questa esistenza foriera di malinconie infinite e di incognite eterne.
La voce intima e segreta di Marzia Carocci prende vita in questo mondo poetico e richiama alla memoria le emozioni e i sentimenti, verifica la sua storia nel tempo che muta e ancora esalta la parola in ogni occasione le sia permessa, fa trionfare le evocazioni e gli incanti che sembrano sostenerla in questo vago errabondare.
Attraverso queste riletture l'Autrice vivifica il mistero che sembra portare con sé e penetra sempre più a fondo nel mondo interiore e nei meandri del suo percorso con riflessioni a volte struggenti ma consapevolmente riesce sempre a seguire una sua logica mai disperdendosi in affastellamenti d'immagini inutili o in consumate analogie.
La sua poesia esiste resiste e persiste alle difficoltà del cammino, a quel senso di incompiutezza che la pervade e forte è il desiderio di farsi cullare dall'armonia delle parole, rannicchiarsi nei vuoti lasciati dai desideri e dai sogni infranti ma è solo questione di un attimo perché subito dopo ne fa scaturire vibranti pulsioni, fulminee visioni e preziose indagini.
Simbolicamente quello di Marzia Carocci è un urlo d'amore, dolorosamente sentito e appassionatamente offerto, sotto questo cielo che nasconde l'arcano mistero e lei si pone assorta davanti ad uno specchio che riflette la sua anima inquieta, il domani incerto, il corpo inerme ed indolente in trepidante attesa della notte salvatrice che finalmente conduca in
sogni soavi cicatrizzando i graffi della vita e levigando i solchi nel viso grazie al sonno benefico.
Lasciandosi abbandonare a questa lenta deriva cercare di eliminare la sensazione del vuoto ed il tormento che hanno aperto nel cuore strazianti ferite rese ancor più lancinanti dall'incertezza dell'umana esistenza e dalla disperata ricerca di se stessa.
Alla cara autrice Marzia Carocci volevo solo ricordare che le parole non sono come il fumo che si disperde velocemente anzi, a volte, non si dissolvono mai rimanendo eterne a ricordare ciò che fummo ed anche se fan male come lame affilate lasciano tracce indelebili nel sedimento della nostra vita.
Proprio come le sue poesie, ultimo disperato tentativo di preservare un briciolo di memoria, sofferto canto del cuore, spontaneo ed appassionato, malinconico e struggente, linfa vitale per un' anima semplice capace di farsi statua di marmo o puro e semplice involucro da riempire: con acqua limpida o fango freddo, con foglie appassite o fiori profumati, con neve fresca o sabbia del deserto, con lacrime amare o ricercata essenza della felicità.
I frammenti di una vita risorgono su queste pagine come fossero tessuti bianchi, candidi ed immacolati, dove poter ricamare nuovamente il prezioso disegno dei giorni a venire grazie ai quali dopo aver lavato i ricordi poter asciugare le funeste lacrime, dissolvere le inquietudini e inebriarsi finalmente in un abbraccio amorevole, forte ed eterno.
Questa è la speranza, la mia e la sua, davanti all'immensità del Creato.
Massimo Barile
sabato 12 giugno 2010
Curriculum
curriculum
Carocci Marzia,poetessa e scrittrice, oltre ad essere presente su innumerevoli antologie poetiche, anche di supporto didattico,ha pubblicato i seguenti libri:
Introspezioni _ casa ed. Montedit
Nel mio volo _ casa ed. LIbroitaliano world
Parole dell’anima_ casa ed. Carta e penna
Membro della commissione-cultura del Centro Socio Culturale “il Fuligno”di via Faenza,52 Firenze del Quartiere 1.a Firenze E' socia del centro d'arte Modigliani.
Vincitrice di molti premi fra i quali:
1° premio Maggio Uniacense Firenze
1° premio Magnolia Cinecittà
1° premio Loretta Chiesi Firenze
1° premio Alfonso Gatto Napoli
1° premio Città di Bellizzi (Salerno) per i diritti civili-umani.
1° premio Bellizzi 2009 (Salerno)
1° premio Magnolia 2008 Ostia Antica
1° premio”Il grillo parlante” Firenze
Premio” il Fauno”- Firenze
3° premio “Sacravita” 2009-10-29 (Firenze)
2°premio “Una voce nuova” 2009 (Firenze)
Molte segnalazioni , encomi solenni e menzioni d’onore
Ha ricevuto dal “Club Naval Departamento Social” del Brasile il diploma di onore come autrice scelta per l’antologia curata dal critico Giorgio Tellan” Dal Colosseo al Corcovado”, con la lirica”Dolore” tradotta in lingua Brasiliana.
Premio alla Carriera con l’alta adesione della Presidenza della Repubblica a Pomigliano d’Arco(NA) nel 2007
Premio della critica ricevuta dal prof.re critico di lettere e d’arte Salvatore Bassotto(Roma)
Premio della giuria Concorso Pagani-Masi Bagno a Ripoli (FI)
Premio della giuria Alfonso Gatto 2007 (Napoli)
La poesia “Pace” è stata scelta e inserita nel libro-quaderno del circolo Roselli curato dall’on. Valdo Spini.
È stata collaboratrice del periodico l’Attualità diretto dal Sen. re Sallustio Salvemini.
Collaboratrice della rivista d’arte e cultura “Miscellanea” di Salerno , del Salotto degli autori per la casa editrice Carta e Penna di Torino,è collaboratrice del "cenacolo Europeo dei poeti nella società" di Napoli
Cura perefazioni, presentazioni di libri e mostre d’arte.
Ha partecipato ad alcuni programmi televisivi su emittenti locali.Alcune sue poesie sono state inserite du dvd con basi musicali ed immagini.
. Membro di giuria in alcuni concorsi di pittura e poesia anche fuori sede.
Presidente di giuria in alcuni concorsi letterari.
Recensionista e critico letterario per la rivista di cultura e poesia il “Salotto degli autori” (carta e penna ) e della rivista "Poeti nella società" di Napoli
Socia del cenacolo degli artisti "Casa di Dante"
martedì 11 maggio 2010
giovedì 11 marzo 2010
8 marzo 1908
Nella mimosa il simbolo di donna
c’è il pianto di quel giorno rinnovato
il grande sacrificio e la mattanza
di chi per noi decise di cambiare
In mezzo a quelle donne fu il domani
di loro non c’è più nemmeno il nome
e fu tragedia infame e resistenza
quel fiore a primavera non sbocciò
E tu che ancora lotti e a volte invano
musa,mistero,madre del tuo tempo
ricorda che quel fiore a te donato
ha il rosso ch’è colato sopra il giallo
è il sangue delle donne forti e fiere
che vollero lottare per cambiare
e l’otto d’ogni marzo echeggia l’urlo
che sfida e ci rammenta quell’orrore.
Mimosa che germogli e ti rinnovi
si memore del tempo conquistato
di quel coraggio fiero delle donne,
dell’alba che non videro mai più.
Marzia carocci
venerdì 26 febbraio 2010
premio a Bellizzi (salerno)
Da: Alfonso Mariano
A: apollinaire.mc@libero.it
Date: 12/05/08 08:17
Oggetto: R: concorso bellizzi
___________________________________________________
Messaggio:
Preg.ma Sig.ra Marzia Carocci,
le comunico che la giuria del Premio Internazionale Città di Bellizzi le ha
conferito il primo premio ex aequo per la Saggistica - Diritti umani.
Nel complimentarmi per il prestigioso risultato, attendo conferma della sua
venuta, o, in mancanza, di un suo delegato.
La cerimonia di premiazione si terrà sabato 31 maggio 2008, alle ore 18.00
Presso l'Aula consiliare del Comune di Bellizzi, Via Manin 23 - Bellizzi
(SA)
Distinti saluti
Alfonso Mariano
la prefazione di "Parole dell'anima"
Ho sempre pensato che la vita debba essere “ascoltata”,ogni istante è degno di attenzione,a volte però ci troviamo a fare i conti con l’altra parte,quella che teniamo al riparo,quella che nascondiamo spesso persino a noi stessi;l’ANIMA,ed è proprio la mia interiorità che in questo libro metto a nudo.
Leggendomi molti penseranno che sono pessimista nei confronti della vita,ma non è così,semmai sono un’ osservatrice attenta e non perdo di vista la realtà,come si suole dire, rimango con i piedi per terra.
Mi ritengo una persona felice e malinconica nello stesso tempo,riconosco la mia fortuna negli affetti,ma non dimentico il fine della vita.
Nella mia esistenza ho avuto ed ho l’amore d’un uomo che ho conosciuto a quindici anni ,mi ha sempre tenuto per mano,con lui non ho mai avuto paura, è l’ancora e la certezza della mia vita,i miei figli sono l’aria che respiro,il terreno dove cammino, il cielo dove volo,l’energia del mio vivere,i miei genitori un abbraccio costante,anche se il tempo mi ha rubato mio padre che ancora m’avvolge l’anima con tenerezza.
L’amicizia per me è forza, è una mano nel buio,è una lacrima asciugata,è la consapevolezza di non essere soli.
Questa sono io,certa che esiste il bello,ma consapevole del male e delle brutture, e forse è proprio per questa certezza che non mi faccio abbracciare dall’illusione ,dallo sperare, dal vedere lontano.
Spesso non sento il calore del sole e non vedo i colori,spesso un sorriso muore sulle mie labbra anche se so vedere dove è la luce cercandone il calore
Nonostante tutto,nonostante le mie paure, credo fermamente che della nostra esistenza dobbiamo prenderne il meglio,senza osteggiare nessuno,senza giochi di forza,senza predominare, mai…,lasciamoci accarezzare l’anima dal bello,dal buono,impariamo a guardarci dentro e scopriremo che gli altri sono in noi,basta volerlo,basta accettarlo,saper ascoltare è assorbire la vita e a volte imparare.
Voi che leggerete i miei dubbi umani,i miei sogni, le angosce,che udrete il canto dei miei pensieri, voi che tra le righe vedrete forse voi stessi, ascoltate le PAROLE DELL’ANIMA,sono quelle che non muoiono mai,sono quelle che vibrano e non toccano terra, l’essenza della vita,ciò che resta di noi,le parole dell’anima è musica del cuore.
marzia carocci
Marzia carocci
il respiro del silenzio
Lancio sassi nel vuoto
per sentire l'eco d'un suono
qui, dove il silenzio racchiude severo
il segreto del tempo.
Tracce d'essenze vitali
di chi è ormai svanito
nei giorni perduti
senza lacrime o fiori
sulla terra che attende
e che cela l'arcano mistero.
Marzia Carocci
una promessa
Sarà stato il vento
che ci donò le ali
e folle s’innalzò
su questo nostro amore,
orme decise,forti nel tempo
quei passi sopra i passi
che non fermammo mai.
Sarà stato il sole
a illuminare i giorni
che luce ci donò
nell’ombra della notte,
e notte non fu mai,
nei sogni che sperammo
protagonisti noi
su strade senza fine.
Sarà quella certezza
che ci legò le mani
per camminare insieme
in questa nostra vita
d’amore e di promessa
che adesso ci appartiene
e ci farà volare
su brezze d’infinito.
MARZIA CAROCCI
invito
Sabato 16 gennaio 2010 alle ore 16:00
Presso la Sala del Consiglio
In via delle Torri “Villa Vogel”(Consiglio del quartiere 4)
Si svolgerà un incontro con “Gli scrittori dell’anima”
Poesie e dibattiti sulla famiglia
Gli autori che presenteranno i loro testi:
Emanuela Agostinetti –Gennaro Battiloro –Andrea Berti –Marzia Carocci –Grazia Finocchiaro –Flora Gelli –Patrizia Mattoni
mercoledì 24 febbraio 2010
li chiameranno eroi
Li chiameranno eroi
quei giovani soldati
i figli senza tempo
tra spari e sogni spenti
attesi dalle madri
che sgranano rosai
con lacrime su Croci
arrugginite e stanche.
Non vi saranno i vinti
nemmeno i vincitori
ma uomini che uomini
non lo saranno mai.
Li chiameranno eroi
che sparano rabbiosi
su altri figli attesi
da mamme di cemento
e spari,e spari ancora
nei giorni senza aurore
e odio,odio infame
nel pianto degli arresi
e corpi,corpi inermi
su terre senza fiori
ma lettere alle madri
che parlano d’eroi,
d’eroi con la medaglia,
ma senza più ritorno.
Marzia carocci
i miei sogni di ieri
Nei silenzi delle notti più chiare,
bianca luna mi regali i riflessi,
calda luce sui muri d’intorno,
tra le coltri oso ancora sognare.
I miei giorni d’infante rammento,
quella nonna,i miei giochi,le fate,
quegli ’istanti odorosi di tigli
e castagne nel fuoco bruciate.
I Natali vissuti,,
quegli affetti sbiaditi
i miei Angeli stanchi,
dove sono finiti?
Sui deserti di spazi perduti,
sulle onde dei mari in tempesta,
nella nicchia del tempo che indugia,
fra le dune scavate dal vento.
Cerco il sogno che schiuda le membra
e mi prono al dirupo del tempo,
lui presente ed infame mi sceglie,
nel suo lento fluire m’inghiotte!
MARZIA CAROCCI
ai miei figli
Sono tua madre,non sempre giusta
ma di sicuro ho questo amore
non ho carriera,sono imperfetta
e la mia vita è in tua funzione.
Quando fai tardi,al tuo rientro,
fingo che dormo,non fò rumore
ma il cuore in petto,forte mi batte
fino al tuo arrivo per poi dormire.
Ogni tuo sguardo,ogni respiro
per me non hanno alcun segreto
solo nel modo,come ti muovi
comprendo il moto dei tuoi pensieri.
Scusa se a volte insisto troppo
se dal tuo tempo rubo un istante
se dei tuoi giorni voglio sapere
e dei tuoi sogni oso sperare.
Passa il mio tempo,scorrono gli anni
ti penso ancora nella tua culla
la tua manina,stretta alla mia,
le mie attenzioni e i dubbi tuoi.
Non sarà il tempo,trascorso e andato
che arresterà questo mio amore
e forte e immenso starà a il tuo passo
anche se il mio sarà più lento.
E quando un giorno,mi fermerò,
tu guarda in alto,là fra le stelle,
rivivi e senti quella mia mano
che dalla tua mai se ne andrà.
Marzia carocci
donna sarò
Ancora mi celo
nel ritrovato verso,
con i pensieri emersi
dai più profondi abissi,
e scriverò di me
parole al vento,
nel lento reflusso
del tempo che m’avvolge,
m’inventerò colori stesi mai
e affrescherò il cielo
d’arcobaleni rosa.
Qui donna sarò,
dove il vento aliterà
su nuovi fiori,
e spazierò col cuore,
tra gl’insonni respiri dell’anima,
nell’attesa d’ali vibrate,
di voli sperati,
dove forte sarò
nel vortice infinito
del tempo liberato.
Marzia Carocci
lettera a un clown
A te che sei un artista
e fingi nella scena,
che canti della vita
e delle ilarità,
ma hai quegli occhi tristi
mentre la voce trema
cercando amor fra noi
eludi la realtà.
Quanto deve costarti
amico mio
ridere e scherzare
anche se piangi
nell’intimo silenzio del cuor tuo
tanti saranno i sogni
che rimpiangi!
Dolce illusione
grazie per quei giorni
e per quelli che dovran venire,
tu c’hai insegnato che ci sono i sogni
e quanto sia la vita un po’ morire.
Or ti saluto amico del mio tempo,
grazie per quei sorrisi che mi hai dato,
tutto se n’è andato con il vento,
soltanto quel ricordo m’è restato.
Marzia carocci
l'eredità del tempo
Solchi nel mio viso,
graffi del tempo,
su di essi la mia storia
lievi,come ragnatele su marmo
profondi,come i letti dei fiumi.
Lacrime,
nel requiem del tempo che muore
scendono esangui e leste
fra le dune scavate ,del mio volto stanco.
Marzia carocci
io e il mare
Orme sulla rena molla,
passi lenti,del mio cammino,
nel quieto silenzio il mare impetra
parole d’onde, su scogli eterni.
Eco viandante il mio respiro denso,
nell’aria fredda aleggia,
soffio vitale ch’è vita
fatato è lo sciacquio d’intorno.
Il lesto imbrunire,cancella le ombre,
simbiosi nel buio,
quell’ala di nube ,tra i graffiti del cielo,
è il mio Angelo stanco,
m’inebrio ,quando il mare di notte
inghiotte le onde
e piano,timorosa annego col cuore
ma sirena in solitudine riemergo.
Marzia carocci
i giardini di maggio
In un maggio di parchi perduti,
dove i bimbi credon morte le fate,
e aquiloni,sparvieri del cielo, non volano più.
La,dove l’aria è serena
le farfalle hanno spento i colori
tra gli steli dell’erba siringhe,
troppi pianti e lamenti…
su fiori e pansè.
Ed è maggio sulle rose sbocciate,
dai profumi ignorati,
dagli sguardi ormai elusi,
tele bianche virginee
di pittori delusi.
Sulle panche tarlate dal tempo impietoso
vecchi stanchi e avvizziti
tra respiri ed affanni
con in mente gli olezzi
dei tempi remoti
e nel niente perduti.
Il mio maggio nel cuore
lo ricordo lontano,
gambe leste sui campi
e campanule d’oro…
Ora mesta,tradita,
da quel tempo remoto,
margherite raccolgo strette al pugno serrato,
non le lascio andar via,
consapevole e stanca
nell’eclissi d’un maggio
col sorriso che muore!!…
marzia carocci
e non resta che il niente
Passi incerti, ed incerto è il cammino
quando il cuore rallenta la corsa
e la mente si prona ai ricordi
di quel tempo, ormai fragile e stanco.
Nelle lacrime calde e incolori,
i tuoi sogni ora maceri e stagni,
se ne vanno su quei volti fantasmi,
prigionieri di foto ingiallite.
Una musica accende i ricordi,
quei suoi occhi d’amore perduti,
brucia forte quel graffio nel cuore,
che risveglia il tuo mesto tormento
La panchina, ora è meta del giorno,
pochi passi,il bastone e il giornale
poi la mente s’arrende e sorvola
sui giardini d’un tempo remoto.
È impietoso il passare degli anni,
ci regala,promette e poi toglie
ed in mano non resta che il niente,
solo polvere ignara, e l’infame fluire del tempo!
Marzia carocci
di nuovo riprovo
sullo scoglio troppo ostile
così è la vita mia
che a decollar ci prova,
resto attonita,
inerte
quando respinta al margine ritorno
per ritentare ancora
un altro volo.
Marzia carocci
confesso
Nelle mani mie,tremule e incerte,
ruvida la penna sul virgineo foglio indugia,
che sia fuggita lesta la poesia
dal cuore stanco mio tra lacci e spine?.
Tutto incrudisce quando hai il vuoto dentro
e i tarli sfidano l’implodere di tanta irrequietezza,
di roseo nulla,
i sogni miei sul rudere sublime del mio tempo.
Trascino giorni cari impressi e persi
per non lasciarli ai margini del cuore,
canto consunte angosce a chi m’ascolta attento
scrivendo il distillato tempo a me dovuto,
l’eredità d’un anima vi dono
tra righi e inchiostro nero mi confesso!!
Marzia carocci
è quasi notte
È quasi notte,
lento s’impiglia il mio passo lieve,
sulle punte erra il silenzio
nella stanza in ombra,
dove,nella quiete
cedo alla malinconia
di ricordi ormai logori e stagni.
Pese le mie membra,
ghiotte di sogni e voli
si schiudono all’incanto
e alla dissolvenza della realtà;
io,sepolta sotto le caldi coltri,
nella clausura del mio riposo,
già volo al di la delle nuvole…
marzia carocci
a mio padre
Vorrei essere nel turbinio del vento
dall’effluvio di gelso,
planare sopra smerli di nubi
e intarsiare rabbiosamente il cielo
con i graffi dell’anima mia,
far brandelli del tempo che fu tuo padre
e poi non più.
Vorrei essere in bilico
sul filo dell’orizzonte
e poi smottare giù,sopra un mare gonfio,
vi sia tempesta,
dove il sale secchi le mie orbite stanche
di lacrime rosa perenni al tuo ricordo.
Vorrei il rimbombo dei tuoni,l’ululare del vento
un esplosione di suoni
che squarci il silenzio
per gridare il DOLORE,
il mio urlo d’AMORE,il mio pianto sofferto
che tu,lontano dal tempo,
non udrai padre!:
marzia carocci
attimo
Ombre su specchi
dai lividi incanti
dove muore riflessa una parte di me,
ironico il mio sguardo…
nel silenzio assordante
resta sospesa
l’evanescenza d’un pensiero
che scivola via sul vetro
come fresca rugiada.
Marzia carocci
l'ultimo volo
Eri riverso sopra il pavimento,
vent’anni,eppur già vecchio mi sembravi,
con l’ago hai dato fine al tuo tormento,
per il vuoto che sentivi ti drogavi.
Urla strazianti e pianti disperati
di quella donna che ti mise al mondo
gli anni a venir per lei sono perduti
ti dette amore e bene più profondo.
Eri un ragazzo pieno dei suoi sogni,
l’insicurezza ha fatto tutto il resto
e non ci sarà lacrima che bagni,
la vita hai cancellato con un gesto.
Non posso darti colpa dell’errore,
è stato tutto il mondo a farti fuori,
non hanno letto dentro quell’amore,
dell’egoismo tutti vanno fieri.
t‘hanno coperto adesso col lenzuolo,
fingendo pena,rabbia e delusione,
t’accingi a far così l’ultimo volo,
un solo pianto sarà la tua canzone.
Marzia carocci
il baule dei sogni
Chissà dove sono finiti
i miei giochi dei giorni passati,
quella trottola rossa di latta
o la bambola cieca di pezza
sul cavallo ho avviato i viaggi,
fantasie di sentieri lontani,
dondolava e lo vedevo destriero
un compagno di voli incantati.
Nell’infanzia di favole antiche
quella nonna, dalle mani rugose,
la sua voce, coi miei giochi è sparita,
se n’è andata con loro,lontano.
Ora vivo i nostalgici giorni,
fantasia d’una donna cresciuta
che ricerca nei sogni il suo tempo
la bambina e i suoi istanti perduti
Forse un giorno,alla fine del viaggio
troverò quel baule invecchiato,
una trottola rossa di latta,
una bambola cieca di pezza
quella voce di nonna che canta
ninnananne del tempo che fu.
Marzia carocci
Pagine
Di poesia ho vissuto
Racconti realmente accaduti seguiti dalla poesia che è nata da alcuni di questi episodi.
Perche "DI POESIA HO VISSUTO"? perchè è grazie alla poesia che ho visto gli altri colori della vita,grazie al mio esternare ,sono riuscita a tirare fuori da me la parte che aveva bisogno di volare..
Di poesia vivrò, perchè non potrei farne a meno...
Marzia