ARTICOLO GIORNALISTICO di Anna maria Romano
A consegnare l’ambito trofeo è stata la napoletana Tina Piccolo, la poetessa più premiata d’Italia
Premio Alfonso Gatto 2008, poetesse a confronto
ANNA MARIA ROMANO
NAPOLI - «Ebbra di vissuto…sarò
gabbiano felice a dominare il vento».
Spicca il volo verso la pacificazione esi-
stenziale la fiorentina Marzia Carocci,
48 anni, primo premio al concorso
nazionale di poesia “Alfonso Gatto”
che si è svolto al Maschio Angioino il
19 aprile scorso. Con il brano “Musica
e vita”, «tra reminiscenze e inquietudi-
ni», l’artista riflette sul fatto che tutto
«il resto è niente» al confronto della
«memoria delle cose»… E dunque
«non servono parole». Piuttosto, scrive
l’autrice, «m’inebrio di musica e canto
nell’assolo del mare, pentagramma
d’essenza, preludi d’attese a mordere il
giorno dopo tanta tempesta..».
Marzia ha trascorso quasi trenta anni
della sua vita a mettere in versi le pro-
prie emozioni. E’ una donna solare, con
i segni ancora evidenti di un’ adolescen-
za trattenuta, nonostante il trascorrere
del tempo. La incontriamo al Maschio
Angioino dove ha appena ritirato l’en-
nesimo trofeo. «Non sono una donna
timida né introversa -confessa la poe-
tessa-scrittrice- al contrario ho molti
amici e mi piace stare insieme alla
gente». Quasi a smentire l’immagine
dell’artista triste e sofferente, relegato
in una perenne solitudine di leopardia-
na memoria. Anzi.
La Carocci, pur indulgendo in una scrit-
tura «introspettiva» attraverso la quale
«tirare fuori la vera essenza di noi stes-
si», sa guardare oltre il proprio micro-
cosmo. E con partecipata emozione si
mette in sintonia con chi soffre. « E'
Natale -scrive- su strade senza fine, su
pianti disperati, su vecchi stanchi e
assenti, su bimbi abbandonati». «Ed è
Natale dove un uomo lotta e prega,
negli ospedali stufi di pianti e speranze,
in celle immonde, nei drammi della
gente». Una umanità dolente su cui non
chiude gli occhi. Mentre “costringe”
all’ascolto chi è distratto dai propri con-
fort.
CULTURA & SPETTACOLI
Eppure nonostante la struggente malin-
conia («.. caparbia decido d’andare
più in là ed ancora cammino per un
tempo infinito mentre in me vivo i gior-
ni passati, il mio ieri sepolto; mi ricor-
do bambina, sento odore di fuoco e di
legna bruciata quando il freddo nelle
notti era intenso e ogni nuovo giorno,
fiaba si faceva»); o l’urlo di dolore per
una perdita devastante («Vorrei il rim-
bombo dei tuoni, l’ululare del vento,
un’esplosione di suoni che squarci il
silenzio per gridare il DOLORE, il mio
urlo d’AMORE, il mio pianto sofferto
che tu, lontano dal tempo, non udrai
padre!...) Marzia riesce, attraverso l’a-
zione catartica dei versi, a farsi «gab-
biano felice» per «dominare il vento».
E dare così una parola di speranza a chi
sof
marzia
Informazioni personali
- marzia carocci
- operatrice culturale e critico letterario. Vincitrice di numerosi primi premi di poesia. Presidente e membro di giuria letteraria.Collabora per alcune riviste del settore poetico e letterario. Recensionista Per richiesta prefazioni e recensioni scrivere a : apollinaire,mc@libero.it
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Di poesia ho vissuto
Ultimo mio libro uscito per la casa editrice "carta e penna"
Racconti realmente accaduti seguiti dalla poesia che è nata da alcuni di questi episodi.
Perche "DI POESIA HO VISSUTO"? perchè è grazie alla poesia che ho visto gli altri colori della vita,grazie al mio esternare ,sono riuscita a tirare fuori da me la parte che aveva bisogno di volare..
Di poesia vivrò, perchè non potrei farne a meno...
Marzia
Racconti realmente accaduti seguiti dalla poesia che è nata da alcuni di questi episodi.
Perche "DI POESIA HO VISSUTO"? perchè è grazie alla poesia che ho visto gli altri colori della vita,grazie al mio esternare ,sono riuscita a tirare fuori da me la parte che aveva bisogno di volare..
Di poesia vivrò, perchè non potrei farne a meno...
Marzia
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